Guernica "Il sonno della ragione genera mostri"
"Il sonno della ragione" genera grida, pianti, disperazione che squarciano il cielo con luci bianche, lasciandolo intatto in altre sue parti, dominato dal nero e dal grigio che avvolgono le case della città. E' la notte del 26 aprile 1937
di Laura Cesati
"Il sonno della ragione" genera grida, pianti, disperazione che squarciano il cielo con luci bianche, lasciandolo intatto in altre sue parti, dominato dal nero e dal grigio che avvolgono le case della città. E' la notte del 26 aprile 1937 quando dilaga l'incendio a Guernica. L'aria è calda, ardente, come gridano le voci dalle porte e dalle case in fiamme. La tremula luce della ragione è sconfitta da quella violenta della paura, della disperazione che si riversa nelle strade. Una disperazione che calpesta, viene calpestata, fugge senza meta. Una madre con un bambino tra le braccia, il volto bianco. E' senza vita, ma la madre lo stringe ancora, premendolo contro il petto per proteggerlo dalle fiamme che vogliono ghermirlo. Una Madonna con il bambino già morto, una "Pietà" laica. Un Inferno e un Paradiso perduto: quella madre, quel bambino, non un padre che li protegga, un lume che li guidi, solo una lampada fredda e pungente rivela ciò che li circonda: quell'equilibrio interrotto, spezzato.
Reina Sofia. La stanza è gremita, il quadro sulla parete bianchissima, la folla, la folla, il quadro, i miei occhi si muovono tra loro: chi scatta una foto, chi si avvicina troppo, chi ride, chi rimane incantato; ma tutti ugualmente rapiti da quel pennello perturbato e scuro... qualcuno ha un quadro ben fatto sotto gli occhi, ma qualcuno potrebbe riuscire a vedere oltre, come forse avrebbe voluto lo stesso Picasso, facendo un ritratto di ciò che lo circondava, un ritratto non troppo lontano neppure da noi che siamo a guardarlo. Un monito all'Umanità. Inascoltato... ancora.