Il dono del mantello
“Dono del mantello” è un affresco dipinto da Giotto tra il 1295 e il 1299. La scena ritraente San Francesco che dona il suo mantello ad un povero, fa parte del ciclo decorativo della “Storia di San Francesco” e si trova nella
di Andrea Carpi
“Dono del mantello” è un affresco dipinto da Giotto tra il 1295 e il 1299. La scena ritraente San Francesco che dona il suo mantello ad un povero, fa parte del ciclo decorativo della “Storia di San Francesco” e si trova nella Basilica Superiore di Assisi. L’affresco, che è di forma quasi quadrata, viene diviso in due registri: uno superiore ed uno inferiore. Nel primo registro ci sono due cime montuose che culminano con degli edifici: in quello di destra si nota una struttura fornita di una torre che ricorda un campanile, in particolare è stato ipotizzato quello di San Benedetto sul monte Subasio, mentre in quella di sinistra ci appare un complesso abitativo formato da diversi edifici e protetto da una cinta muraria lungo il suo perimetro. La critica concorda sul fatto che sia una rappresentazione di Assisi.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/13/Giotto_di_Bondone_-_Legend_of_St_Francis_-_2._St_Francis_Giving_his_Mantle_to_a_Poor_Man_-_WGA09119.jpg/800px-Giotto_di_Bondone_-_Legend_of_St_Francis_-_2._St_Francis_Giving_his_Mantle_to_a_Poor_Man_-_WGA09119.jpg <i style="font-size:smaller"> Giotto, Affresco, Basilica di San Francesco, Assisi, Chiesa superiore. 1295-1299</i> <br>
Nel registro inferiore si ha un primo piano su San Francesco che è in piedi e protende le mani verso un povero offrendogli il suo mantello. Questa seconda figura è protratta in avanti verso il santo e anch’essa regge il mantello dandoci l’impressione di accettare il dono. Dalla parte opposta troviamo un cavallo, (annerito a causa dell’umidità a cui è stato sottoposto l’affresco), dal quale Francesco è prontamente sceso per venire incontro al povero. Sebbene quest’opera appartenga ad un Giotto ancora giovane, non ancora trentenne, possiamo già notare tutte le caratteristiche formali dell’autore: una volumetria e una prospezione che vengono esaltate attraverso l’uso del chiaro scuro, (come negli scorci sullo sfondo e sul volto dei protagonisti), e una forte interazione tra personaggi e contesto, senza però intaccare la naturalezza dell’opera, come evidente nella porzione sinistra del dipinto, nella quale è possibile notare il cavallo che punta la terra, come intento a brucare. A dominare la scena è san Francesco la cui aureola si trova esattamente nel punto d’intersezione delle due diagonali del rettangolo affrescato, che tendono anche a coincidere con il declivio delle montagne presenti nel registro superiore. Inoltre la figura del santo, pur essendo in posizione centrale, è leggermente spostata verso il lato destro del riquadro, quello del Monastero, quasi a simboleggiare l’istinto di Francesco, che, sebbene non abbia ancora preso i voti, manifesta un istinto di affettuosa generosità nei confronti del povero, distaccandosi dal lato destro e dalla città di Assisi, per puntare verso una vita fatta di povertà e preghiera. Notevole è il percorso che Giotto prepara per lo sguardo dell’osservatore: si passa dall’aureola al volto di San Francesco e dallo sguardo di quest’ultimo a quello del povero che riceve il mantello. Sul volto dei due protagonisti si notano non solo gli effetti chiaroscurali ma anche il forte coinvolgimento emotivo evidenziato dall’interazione dello sguardo dei protagonisti e dalle loro espressioni facciali.