Compassi quadriboli di Ghiberti e Brunelleschi
Nel 1401 l’Arte di Calimala, (una tra le più importanti corporazioni di arti e mestieri a Firenze, che prede il nome da via Calimala, nel centro della città, dove esistevano numerose botteghe dell'Arte), indusse un concorso per
di Andrea Carpi
Nel 1401 l’Arte di Calimala, (una tra le più importanti corporazioni di arti e mestieri a Firenze, che prede il nome da via Calimala, nel centro della città, dove esistevano numerose botteghe dell'Arte), indusse un concorso per scegliere l’artista a cui assegnare l’esecuzione della porta nord del Battistero. L’incarico sarebbe andato all’artista in grado di realizzare nel modo migliore la scena biblica del sacrificio di Isacco all’interno di un compasso quadribolo. <br> https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b4/Sacrificio_di_Isacco%2C_Giorgio_Vasari_001.jpg/800px-Sacrificio_di_Isacco%2C_Giorgio_Vasari_001.jpg <i style="font-size:smaller">Il sacrificio di Isaccoè un episodio del libro biblico della Genesi (Genesi 22,1-18). Dio, per mettere alla prova la fede di Abramo, gli ordina di sacrificare il proprio figlio Isacco. Abramo si reca senza esitazioni sul monte Moriah. Mentre Abramo sta per compiere diligentemente il sacrificio, impugnando già il coltello, un angelo del Signore scende a bloccarlo e gli mostra un ariete da immolare come sacrificio sostitutivo. - olio su tela di Giorgio Vasari, Firenze, XVI secolo.</i>
http://www.francescomorante.it/images_4/202d3.jpg <i style="font-size:smaller"> A destra Lorenzo Ghiberti, Sacrificio di Isacco, 1401, Museo Nazionale, Firenze. Sulla sinistra Filippo Brunelleschi, Sacrificio di Isacco, 1401, Museo Nazionale, Firenze</i>
Le uniche opere ad essere arrivate fino a noi sono quella del vincitore Lorenzo Ghiberti, e quella di Filippo Brunelleschi.
Fin dal primo sguardo appaiono lampanti le differenze tra le due formelle. Ghiberti imprigiona la scena protagonista nella metà superiore del compasso quadriblolo, individuata da una diagonale del riquadro che comincia dall’angolo in alto a sinistra e termina in quello in basso a destra. Si crea così un forte squilibrio che viene colmato dall’artista posizionando, agli antipodi di Isacco e del padre, due servitori accompagnati da un cavallo. Differente è la suddivisione dello spazio all’interno dell’opera di Brunelleschi. Qui al centro sono Isacco, Abramo e il pugnale, che viene repentinamente allontanato dalla mano di un angelo. Mentre la prima composizione è piatta, con abbondanza di spazi vuoti, la seconda è estremamente più coinvolgente: le figure sono equilibrate armoniosamente e addirittura fuoriescono dallo spazio loro assegnato, come il dettaglio dei servi agli estremi inferiori dell’opera.<br>
Un’ulteriore differenza tra le due opere è la carica emotiva che queste formelle restituiscono. Nell’opera di Ghiberti, Isacco guarda rassegnatamene e senza trasparire paura il padre Abramo. Quest’ultimo sorregge il pugnale e, senza slancio, col peso del corpo poggiato all’indietro sulla gamba destra, lo punta verso il collo del figlio. Anche l’angelo, con calma, forse notando la poca prontezza di Abramo, si affaccia dal cielo, ma è colto con la mano rivolta al gomito del padre, non al pugnale che sta per sacrificare Isacco. <br>La sinfonia dell’opera di Brunelleschi è totalmente diversa. Abramo è proteso in avanti verso il figlio, che lo guarda timoroso e supplicante, mentre il padre gli ghermisce il collo e lo minaccia col coltello. L’angelo si affretta e accorre prontamente, la scena è veloce, a fermare il polso di Abramo prima che commetta il sacrificio del figlio, ma la forza di Abramo è tale che, al posto di bloccarlo con la forza, l’angelo sembra cercare il suo sguardo per distoglierlo dal suo intento.<br><br>
Una terza grande differenza tra le due formelle è nell’utilizzo che i due artisti fanno dell’apparato montuoso di Moriah, sfondo biblico dell’episodio, e del volume dei personaggi. Per dare tridimensionalità alla sua narrazione, Ghiberti utilizza il monte Moriah prima come <i>separè</i> per evitare una compenetrazione tra il microcosmo di Abramo ed Isacco e quello dei servi, poi per definire l’altimetria delle due scene, posizionando la prima leggermente più in alto della seconda, e quindi più vicina a Dio e al suo intervento per mezzo dell’angelo. Brunelleschi invece crea due registri: quello superiore è abitato da Abramo ed Isacco, mentre quello inferiore, più basso ma ugualmente capiente per via della posizione incurvata dei due servi, ospita loro stessi e il cavallo. <br>Lo sviluppo tridimensionale permette inoltre a Brunelleschi di posizionare i servi “fuori” dall’opera, e di conseguenza su piani tridimensionalmente diversi.